“Prof, potremmo fare una bioarchitettura anche noi nella nostra scuola?” Unanimi gli alunni dell’indirizzo CAT esprimono subito il desiderio di cantierizzare le nozioni apprese durante il seminario dal titolo “La bio-architettura nell’edilizia contemporanea”, tenutosi martedì 3 maggio dalle ore 10:00 alle ore 12:45 presso l’auditorium “Pietro Mennea”. È stato un incontro importante e proficuo che ha suscitato grande interesse da parte degli alunni del triennio, cittadini e tecnici del domani, che presto si ritroveranno ad operare in un mondo dove ci sarà sempre più bisogno di professionisti in grado di progettare e riqualificare edifici che rispettano l’ambiente, con il duplice scopo di avere il minimo impatto e migliorare la qualità della vita di chi li abita. In qualità di esperta di sostenibilità in architettura e in bioedilizia, ho colto con piacere l’invito ad esporre al seminario e ringrazio il Prof. Giuseppe Francavilla, i docenti referenti delle discipline tecniche e il Dirigente scolastico Prof. Salvatore Citino, per avermi dato l’opportunità, non solo di trasferire agli alunni ciò che più mi affascina fare, di educarli a comprendere che un modo di progettare e costruire, più affine alla natura, è possibile e necessario, ma soprattutto di indirizzare il loro percorso formativo, già intrapreso, a scelte consapevoli e responsabili.
L’edilizia è una delle attività umane più impattanti, fonte del 40% delle emissioni globali di CO2, occorre allora puntare su scelte ecologiche. Il fine dell’incontro è, dunque, stato quello di comunicare e divulgare i principi ed il senso della bioarchitettura, con particolare attenzione verso l’architettura naturale e sostenibile, poiché la buona architettura e la difesa dell’ambiente necessitano di abitanti e, soprattutto tecnici, consapevoli ed informati sull’effetto prodotto dalle proprie azioni e scelte quotidiane. Oggi è particolarmente importante innescare un atteggiamento critico nei confronti della realtà costruita e di formare le basi per poter affrontare un’esperienza progettuale strutturata. In un tema così vasto, ho posto all’attenzione dei partecipanti, i casi studio che ho ritenuto emblematici tra i più recenti interventi in bioarchitettura, descrivendo alcune opere di archistar ed alcuni miei lavori in grado di divulgare le regole del buon costruire salubre, con qualità progettuale, bellezza e scelte consapevoli, di stimolare l’approccio progettuale e le tecniche costruttive con materiali bioecologici a basso impatto ambientale. Architetture organiche, ma anche avveniristiche, che mirano a far stabilire relazioni positive con le risorse naturali, a far capire che siamo parte integrante ed attiva della realtà che ci circonda, ad acquisire consapevolezza dei cambiamenti del clima e dell’ambiente causati anche dalle attività umane, a promuovere la cultura della bioarchitettura come aspetto peculiare della sostenibilità.
Il principio guida alla base delle architetture illustrate è quello della limitazione dell’impatto ambientale degli edifici, in cui ha un peso importante l’efficienza energetica, e l’attenzione all’esperienza degli abitanti in termini di salute, di qualità della fruizione degli spazi grazie anche alle tecnologie emergenti e al digitale (come la prefabbricazione e la stampa 3d).
Ho alternato i contenuti tecnici a episodi di vita e i risultati scientifici ottenuti al percorso che ha permesso di raggiungerli. Così facendo gli alunni hanno meglio compreso come la bioarchitettura permettere all’uomo di vivere meglio senza modificare troppo l’ambiente che lo ospita, diventare parte integrante del progetto, per costruire prima di tutto il suo senso di appartenenza a un luogo. Il seminario è stato utile a comprendere come nell’architettura contemporanea è estremamente importante l’uso di materiali ecosostenibili e biocompatibili e l’impiego di energie alternative e rinnovabili. Ciò che ne deriva è una struttura autosufficiente, perfettamente in simbiosi con l’ambiente circostante e che porterebbe a benefici economici a lungo termine, infatti, l’unico svantaggio rappresentato dai costi iniziali sarebbe col tempo recuperato, essendo l’edificio quasi totalmente autosufficiente.
Ad incoraggiare i ragazzi a proseguire in questa direzione è stato il racconto della mia esperienza, frutto di un lungo percorso formativo nato tra i banchi di scuola di un istituto tecnico per geometri. Studi, ricerche, specializzazioni e sperimentazioni in Paesi in via di sviluppo mi hanno poi permesso di acquisire progressive competenze sull’uso delle best practices costruttive e di vari materiali reperibili in natura, in particolare le terre e le fibre (paglia, canapa, bambù). Da qui è nata la volontà di fondare un’azienda con la quale unire il piacere di indagare nella materia alla produzione di materiali innovativi provenienti da ciò che la terra può offrirci, dalla terra cruda in sé ai residui vegetali. Si chiama Madeinterra e porta il titolo di start up innovativa per l’alto contenuto biotecnologico dei prodotti formulati nell’ambito della bioedilizia e dell’ecodesign. Il mio è stato un percorso lungo e complesso in cui ho fortemente creduto, ma non nascondo che oggi qui a scuola, vorrei poter tornare indietro negli anni per usufruire della ricca offerta formativa, degli strumenti e delle opportunità istruttive che il CAT di Barletta offre ai suoi studenti.